Premio Scenario 2011 - 13a edizione | Progetto finalista
PROGETTO TRIENNALE SANTARCANGELO 2009-2011, 11/12/13 luglio 2011
martedì 12 Luglio , ore 15:00 | Teatro Petrella
Spic & Span
di foscarini:nardin:dagostin
con Marco D’Agostin
Francesca Foscarini
Giorgia Nardin
editing musicale e ambienti sonori Tommaso Marchiori
immagine di copertina Ilaria Cardinaletti
“una coproduzione ALDES e CSC | OperaEstate Festival Veneto”
Marco D’Agostin
via Trevigiana, 130 – 31020 Sernaglia della Battaglia (TV)
cell. 346 5822463
www.foscarininardindagostin.it
info@foscarininardindagostin.it
Pagina Facebook di Spic & Span
segnalazione speciale Premio Scenario 2011
Motivazione della Giuria
La rincorsa all’adesione a un astratto modello di bellezza, che azzera ogni differenza e riduce tutti i corpi a macchinette impazzite, porta a una riflessione sulla persistenza e sulla vuotezza dell’immagine.
Spic & Span crea la sua struttura drammaturgica su un vocabolario gestuale dotato di ritmo, precisione e forza iconografica, aprendo una dialettica tra costruzione e distruzione dell’immagine. Le scene, organizzate in sequenze paratattiche, si stagliano su un fondo bianco come fossero un fumetto pop e si nutrono di un immaginario non solo contemporaneo nella creazione di figure e pose, scelte musicali e sapienza compositiva.
Lo spettacolo
Loro sono loro.
Loro sono belli.
Loro sono ok.
Loro sanno di essere guardati.
Loro non sanno.
Loro non guardano.
Loro hanno un corpo.
Loro non ce l’hanno.Loro sono vuoti.
Loro sono uno due tre.
Loro sono uno.
Loro sono tre.
Che cosa vogliono nascondere?
Mentono o dicono la verità?
Che cosa non è come sembra?
Dietro una facciata di salute, un lento disfarsi.
Giorgia e Marco uscivano dalla gelateria con gli occhiali da sole, i pantaloncini corti e i coni in mano. Nel guardarli, Francesca ha detto: “Che belli, sembrate dei fotomodelli!”. Giorgia e Marco sembravano, in effetti, molto belli.
Ci siamo interrogati su cosa venga considerato bello.
La prima risposta che ci siamo dati è che oggi viene largamente condivisa un’idea di bellezza.
La rincorsa di questa idea si realizza come tentativo di aderire a un modello.
Questo modello è: autoreferenziale, plastico, artificioso, fantastico, disegnato, colorato, preciso.
Abbiamo osservato negli altri e poi, tristemente, in noi stessi, che è diventata nostra abitudine: toglierci le sopracciglia, portare la borsa come fanno le altre persone, assumere delle pose plastiche, guardarci spesso allo specchio, indossare gli occhiali da sole anche quando il sole non c’è.
Siamo davvero diventati schiavi dell’idea di bellezza che abbiamo prodotto?
Agli occhi di chi cerchiamo di essere belli? E come?
Nella scelta del linguaggio coreografico, quello con cui intratteniamo la più stretta confidenza, desideriamo trovare un sistema di segni molto preciso.
Il vocabolario gestuale che ricerchiamo tiene in considerazione due componenti: il mondo immediatamente riconoscibile delle vetrine dei negozi e delle copertine di “Vanity Fair”, e l’astrattezza di un movimento considerato nella sua pura fisicità.
Vogliamo raggiungere una stilizzazione del gesto che lo renda assieme astratto, preciso ed evocativo.
La prospettiva di esecuzione del materiale è dimostrativa.
La compagnia
Francesca Foscarini, Giorgia Nardin e Marco D’Agostin si incontrano a Bassano del Grappa nel luglio del 2010.
Nell’ambito del workshop Accademia Mobile di Emio Greco si ritrovano casualmente riuniti, con il compito di sviluppare una breve azione performativa.
Affezionatisi al risultato di questo lavoro, desiderano proseguirne la ricerca attraverso il progetto Spic & Span.
:foscarini: (1982) danzatrice e giovane coreografa indipendente, finalista al Premio Gd’A Veneto 2009 con Kalsh.
:nardin: (1988) danzatrice laureata presso la Northern School of Contemporary Dance di Leeds (UK).
:dagostin: (1987) danzatore e giovane coreografo indipendente, vincitore del Premio Gd’A Veneto 2010 con Viola.
Rassegna stampa
“il manifesto”, 10 dicembre 2011
di Gianfranco Capitta
“controscene.corrieredibologna.corriere.it”, 10 dicembre 2011
di Massimo Marino
“niuodeon.com”, 10 dicembre 2011
di Antonella Vercesi
[…] Un’estetica invasiva e un movimento strutturale identico conduce queste icone pop a nutrirsi di un liquido colorante, lo spic e span, con cui si vorrebbe levigare ogni differenza di genere.
Loro divorano la salvezza suicida ma forse è proprio quel contenitore detergente a risucchiarli.
Foscarini. Nardin. D’Agostin. Sono in scena con un lavoro altamente qualificato; meritato il premio, speriamo di vederli in tournée. […]
“myword.it”, 14 dicembre 2011
di Renato Palazzi
È una grande idea, quella di assumere il detersivo come cifra esistenziale e metafora di una società. E la scena, davvero notevole, in cui i tre protagonisti ne trangugiano avidamente degli interi flaconi fa riflettere: non è un atto suicida, è il risultato di una indifferenziazione consumistica, per cui una bibita equivale a una sostanza per lavare i pavimenti. […]
“iltamburodikattrin.com”, 14 dicembre 2011
di Maddalena Peluso
“klpteatro.it”, 14 dicembre 2011
di Maria Vittoria Bellingeri
“doppiozero.com”, 19 dicembre 2011
di Lorenzo Donati
"Hystrio", gennaio 2012
di Roberto Canziani
"vocidallasoffitta.blogspot.it", 22 aprile 2012
di Enrico Rosolino
"ateatro.org", 23 aprile 2012
di Giada Russo