Premio Scenario Periferie 2023 - 3a edizione | Progetto finalista
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sabato 2 Settembre , ore 11:00 | DAMSLab / Teatro (streaming DAMSLab / Auditorium)
Pinocchio mangia spaghetti alla bolognese
di e con Sofia Boschi, Filippo Gonnella, Elia Montanari, Noemi Pittalà, Beatrice Zanin
NOEMI PITTALÀ
via Fratelli Bandiera, 30 – 40014 Crevalcore (Bo)
cell. 388 9330245
collettivo.crisicollettiva@gmail.com
https://www.ccc-spettacoli-teatrali.it/
Ingresso libero con prenotazione consigliata. La prenotazione si effettua dal 20 agosto scrivendo a segreteria@associazionescenario.it
Volevamo decostruire la figura di Pinocchio e invece l’abbiamo disambientata.
Pinocchio è l’Alice di Celati quasi cinquant’anni dopo, nella città in cui è stata generata: Bologna.
Pinocchio siamo noi, una voce collettiva di student3, precari3, senza casa, senza spazio.
Non esiste più il Teatro dei Burattini, il Paese dei Balocchi o il Campo dei Miracoli.
Pinocchio è in strada, ma non sta viaggiando: sta correndo spasmodicamente in una partita a Monopoli che non vincerà mai.
In una città di promesse non mantenute, iper-performatività e speranze finte come gli spaghetti alla bolognese che esistono solo all’estero, è impossibile diventare bambin3 ver3.
L’unica scelta che il nostro Pinocchio può compiere per abbandonare il gioco è il suicidio.
Collettivo Crisi Collettiva è un collettivo teatrale U30 bolognese, ma collettivamente non viene da Bologna: due marchigian3, una lombarda, una siciliana e uno mezzo bolognese che però è provincia quindi non è Bologna.
Il Collettivo è transfemminista, antifascista, anticapitalista e pure antiteatralista.
Il Collettivo nasce con la mission (im)possible di portare il teatro alla collettività a cui appartiene: la sua generazione.
Il Collettivo, con gli ultimi due progetti Se e solo se. Esercizi per un trasloco impossibile e Ultima dea, è riuscito a pagarsi due sedute di psicoterapia (non collettiva).
Il Collettivo crede nella divisione dei ruoli, ma non nella gerarchia.
Il Collettivo gioca con la scrittura scenica collettiva alla ricerca di un linguaggio sempre autobiografico, orizzontale, politico e autoironico.
Il Collettivo augura un buon teatro in crisi.