Premio Ustica per il teatro 2005 | Progetto finalista
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lunedì 20 Giugno , ore 17:45 | Teatro Masini
Edipo in faida. Tragedia
di Vittorio Con tinelli
con Marco Adda, Ottavia Leoni,
Vittorio Continelli,
Roberta Mengozzi, Daniele Di Pierro, Maria Zampogni,
Alessandro Epifani
regia di Vittorio Con tinelli
Vittorio Continelli
via Collazia, 3 int. 17
00183 Roma
tel. 06 70476108
cell. 339 5812964
vittoriocontinelli@hotmail.com
«Foggia, c’erano liti anche sui beni».
«Ha ucciso il padre assieme a un amico su ordine del clan».
«Ha ucciso il padre per due motivi: per evitare che tradisse il clan e perché l’uomo voleva tradire la famiglia vendendo bestiame e casa per andare a vivere con un’altra donna…»
«Un delitto di mafia, sullo sfondo di una terra, Monte Sant’Angelo, in cui la guerra tra famiglie criminali ha fatto più di trenta vittime in vent’anni… La vittima viene descritta come l’ago della bilancia nell’equilibrio criminale di Monte Sant’Angelo: un uomo che faceva affari stando ben attento a non pestare i piedi ai due clan rivali».
Corsera 18.IX.04
Trovandoci di fronte questa storia, dagli inequivocabili rimandi teatrali, abbiamo sentito la necessità di raccontarla. Nella vicenda si stenta a non riconoscere elementi che sembrano rubati a Edipo Re, Elettra, Coefore: un padre ucciso dal figlio, un genitore ucciso per vendetta, una vendetta ispirata, ordinata, una famiglia che si spezza, l’indagine.
Una vicinanza che ci ha portati a scegliere anche un modo di raccontare, o meglio, a scegliere una griglia narrativa, in cui inserire i vari momenti della vicenda di cronaca, quanto più vicina possibile alla nostra idea di tragedia classica.
Per questa ragione si è pensato di dividere la rappresentazione in quadri: un prologo, quattro episodi, tre o quattro parti corali, un epilogo.
La struttura, racchiusa tra prologo ed epilogo, si divide tra l’indagine (gli episodi), da un lato – che procede a ritroso: dalla colpevolezza di Edipo fino ad arrivare al momento in cui egli stesso dà l’allarme per l’avvenuto omicidio di Laio – e le parti corali dall’altro: flash-back che raccontano lo schieramento di Laio con il clan rivale, l’ordine del boss di ucciderlo.
Episodi e parti corali si incrociano (e incontrano) soltanto alla fine con l’ordine del boss di uccidere Laio e il litigio tra padre e figlio da cui scaturirà il delitto.
Prologo: è il momento della presentazione, un attore racconta, mette lo spettatore in medias res, descrive il contesto mafioso che si tenta di riportare. Lo descrive, non lo spiega. Noi non siamo né antropologi né sociologi!
Episodi: sono la parte dell’indagine che si avvolge pian piano attorno al protagonista, proprio come in Sofocle.
Parti Corali: sono gli spazi lasciati ai flash-back, alle immagini, spazi da cui viene fuori il movente dell’assassinio.
Epilogo: un messaggero racconta dell’omicidio e, per farlo, abbandona la lingua ibrida (il linguaggio invece è preciso) che tutti hanno usato fino all’ultimo quadro rappresentato. Egli riferisce, non c’è bisogno di essere mimetici, a questo punto siamo al punto di partenza, va bene, anzi, è necessaria la lingua del giornale. Il fatto di sangue non è mostrato in scena.
Il prologo dà sostanza a tutto quel che avviene successivamente: un pastore, il capo clan, racconta di un’epidemia che ha colpito il bestiame – Edipo Re si apre con la descrizione della peste che decima Tebe. Il bestiame è una delle chiavi di lettura della vicenda: Laio si guadagna la condanna a morte, quando decide di vendere i propri capi di bestiame al clan rivale. Il motore della vicenda è dunque il profitto che un clan si vede sottrarre. La mafia, per come la vediamo noi, è una macchina da profitto; Edipo uccide per il denaro, Laio muore per il denaro, la mano che arma il figlio contro il padre gestisce denaro.
A questo punto la tragedia classica lascia il posto ad altre tragedie. Proprio per questo crediamo che acquisti un senso nuovo e più vicino al nostro sentire.
Elenco dei personaggi
Prologo – pastore capo clan Edipo – uccisore del padre Laio – il padre ucciso per mano del figlio Giocasta – madre |
Investigatore uomo Amante del padre Messaggero (impersonato dal Prologo) |
Il gruppo
Il gruppo nasce per portare in scena lo spettacolo Edipo in Faida. Tragedia ed è composto da attrici e attori che già in passato hanno collaborato tra loro in più occasioni.
Vittorio Continelli
(Ostuni – Br, 1975), autore del testo e regista dello spettacolo, è laureato in Lettere e Filosofia con una tesi su Il sogno nel Teatro Barocco. Collabora dal 1999 con Cathy Marchand (Living Theatre) e dal 2001 con il Teatro Minimo di Michele Sinisi e Michele Santeramo. È autore di alcuni dei testi che porta in scena, tra questi Le bugie non sono reato con Ottavia Leoni.
Ottavia Leoni
(Treviso, 1979) è diplomata presso l’Accademia di Arte Drammatica Pietro Scharoff, collabora con il Teatro Minimo, è coautrice con Continelli dello spettacolo Le bugie non sono reato.
Maria Zamponi
(Roma, 1980) ha frequentato l’Accademia Pietro Scharoff, ha lavorato per tre anni con la compagnia di Ricerca Teatrale Teatro Internato diretta da Stefano Tè.
Alessandro Epifani
(Ostuni – Br, 1977) è diplomato presso la Nuova Università per il Cinema e la Televisione di Roma, ha al suo attivo laboratori e corsi tenuti, tra gli altri, da Anna Galiena, Alessandro Haber.
Roberta Mengozzi
(Forlì, 1978) è diplomata presso l’Accademia di Arte Drammatica Pietro Scharoff, ha lavorato diretta da Tonino Guerra e Maurizio Scaparro. Finalista nel 2000 del concorso “La parola e il gesto” di Imola.
Marco Adda
(Giugliano – Na, 1975) ha frequentato corsi e laboratori tenuti, tra gli altri, da Massimo Bonetti, Paolo Sassanelli, Mamadou Dioume, Lino Capolicchio. Collabora con Tapa Sudana, Hal Yamanuochi e Teatro Furio Camillo.
Daniele Di Pierro
(Matera, 1980) ha al suo attivo numerosi laboratori sull’espressione corporea e sulle tecniche del Living Theatre tenuti da Cathy Marchand.