Komos

Komos

Mostra di dipinti di Patrizio Dall’Argine

DAMSLab/Hall | piazzetta P.P. Pasolini 5b (ingresso via Azzo Gardino 65)


DA DOMENICA 1 A MERCOLEDÌ 4 SETTEMBRE 2024
Inaugurazione: domenica 1 settembre, ore 16.15

Il komos, da cui ebbe origine la commedia, era una disordinata compagnia di ispirati baccanti, che di notte, al lume di torce, procedeva arruffata in uno stadio di gioiosa ebbrezza, rumoreggiante e fastidiosa… Il suo sgangherato sfilare interrompeva il quieto stare delle cose per urlare nel silenzio della notte ghignanti e angosciosi “perchè?”.
Fernando Mastropasqua, Metamorfosi del teatro

Nei primi tre dipinti il komos trova accoglienza all’interno delle baracche, i teatrini ambulanti dei burattini, ovvero «nel tempo del teatro che si distingue dal tempo della vita, e si pone come “tempo di perfezione”. Il rapporto teatro-vita viene del tutto rovesciato: la vita con la sua corte di dolori e di lacrime rappresenta l’infausta e temporanea interruzione della vita estetica, creata dall’uomo contro la volubile natura e contraddistinta dalla gioia di vivere. Il fragile tempo del teatro riscatta la fragilità della vita umana» (Mastropasqua).
I due dipinti successivi sono le visioni di due fratture: nella Spiaggia un burattinaio, non avendo più un pubblico, recita la sua commedia per semidei dotati di un corpo-conchiglia, antenati colleghi con baracche minerali, mentre nell’Antico ci abbandona un centauro, stanco degli umani, fugge verso l’orizzonte.
Nei cinque dipinti che seguono il komos non è ancora scomparso, ha mutato di stato diventando una questione individuale e si manifesta ora nella solitudine e nell’autodistruzione di chi vive al margine o è costretto a scappare. I titoli: Rakija, Tifosi dell’Union Berlino, Capodanno a Tirana, Capodanno a Minsk, Punk russi scappano in Georgia con l’aiuto di Mercurio.
Nei tempi di oscurità il komos non ha più spazio, il dramma annienta la commedia e rimangono solo i contrasti tra il rumore e il silenzio, il dominio e la sete di libertà, tra la civiltà e la barbarie. La strage degli innocenti si compie tra l’indifferenza di chi porta a passeggio il cane, Il corteo degli uomini di fango avanza a colpi di grancassa che camuffano i comandi elettrici delle torri di controllo, mentre Marte viene portato in trionfo dai suoi figli, Deimos (il Terrore) e Phobos (la paura), costretti a seguirlo sui campi di battaglia.
Eppure, Dioniso riappare avvolto da una luce arancione, nella soddisfazione della ragazza che ha vinto una piantina al Luna Park di Pyongyang o in quella del giovane chitarrista istriano che è riuscito a pagare l’affitto con gli euro dei suoi primi concerti.

Patrizio Dall’Argine si forma teatralmente al Teatro delle Briciole di Parma a partire dal 1990, dove lavora professionalmente come scenografo, attore, autore e regista. Terminata questa esperienza, nel 2001, è tra i fondatori della compagnia Cà luogo d’Arte, con la quale inizia ad approfondire il linguaggio del Teatro dei Burattini.
Nel 2007 inizia un percorso solitario che lo porterà a fondare, nel 2009, il Teatro Medico Ipnotico. Al centro dell’esperienza medico-ipnotica sta il Burattino, attore di legno che dialoga e si confronta, si contamina e si riflette nelle altre Arti: pittura, cinema, cinema di animazione, musica classica, fotografia, intessendo canovacci originali che hanno come fine l’incontro con gli spettatori.

Immagine: Trombetta – secondo studio, dipinto di Patrizio Dall’Argine