Premio Scenario per Ustica 2013 - 5a edizione | Progetto finalista
Santarcangelo •13 Festival Internazionale del Teatro in Piazza, 16/17/18 luglio 2013
mercoledì 17 Luglio , ore 11:00 | Teatro Petrella
M.E.D.E.A. Big Oil
scritto e diretto da Terry Paternoster
con gli attori del Collettivo InternoEnki 1° Coro Maria Vittoria Argenti, Teresa Campus, Ramona Fiorini, Chiara Lombardo, Terry Paternoster, Mauro F. Cardinali, Gianni D’Addario, Donato Paternoster, Alessandro Vichi
sostituti 2° Coro Elena Cucci, Valentina Izumi Cocco, Monica Mariotti, Anna Ferraioli Ravel, Michela Ronci, Salvatore Langella, Angelo Lorusso, Ezio Spezzacatena, Pierfrancesco Rampino, Matteo Vignati
>> guarda il video della presentazione al Giardino della Memoria
Terry Paternoster
via del Pigneto, 160 – 00176 Roma
cell. 389 2051380
terrypaternoster@gmail.com
www.internoenki.com
spettacolo vincitore del Premio Scenario per Ustica 2013
Motivazione della Giuria
La messa in scena del Collettivo InternoEnki fa intuire un’interessante capacità di lavoro del gruppo che ha saputo creare un linguaggio teatrale adatto al tipo di comunicazione e denuncia che con grande energia porta avanti. Il progetto nasce inoltre da un’intensa ricerca sul campo dedicata alle trivellazioni petrolifere in Basilicata che entra in dialettica con il mito di una Medea contemporanea. Il Collettivo dichiara con forza al pubblico il proprio impegno civile a favore di una delle più povere regioni italiane, esprimendolo con accortezza drammaturgica e avvalendosi efficacemente della lingua lucana, seppure reinventata da attori di diversa provenienza geografica.
Lo spettacolo
M.E.D.E.A. Big Oil è una rielaborazione del mito di Medea che segue una linea di trasposizione dichiaratamente anti-canonica, che colloca la vicenda nella Basilicata odierna, sventrata dalle trivellazioni. Anche qui il nodo tragico s’innerva in un innamoramento senza corresponsione d’amore: l’eroina è una donna lucana disattesa nelle promesse e tradita dallo straniero, il Big Oil-Giasone, ruolo simbolico affidato a una compagnia petrolifera. Lo straniero è l’amante infedele che non mantiene la promessa d’amore, di crescita e di progresso a un paese che regala ricchezza in cambio di povertà. In questo senso, anche Medea è “simbolo”: è l’amante tradita ma anche metafora di una chiusura mentale che la fa vittima e carnefice insieme. A riverberare la sua stoltezza, il mormorio animalesco di un popolo-branco (il Coro) che è evocazione di un’umanità divisa pedissequamente fra miseri e potenti, incapaci di elaborare, al contempo, una coscienza di classe e una classe di coscienza.
Il tragico che vogliamo raccontare è quello del Sud dei nuovi sottoproletari, secondo un filtro politico e una lettura cari alla poetica dell’autrice: il contrasto della cultura barbara e primitiva con la cultura moderna e neocapitalistica. Parliamo di “realtà del tragico” annichilenti, così come esemplifica la situazione della Val d’Agri: l’incidenza tumorale, qui, supera largamente la media nazionale. La documentazione concernente la crisi geo-politica lucana è stata raccolta in un archivio di testimonianze che i cittadini hanno messo a disposizione del progetto, a raccontare una realtà in cui oggi M.E.D.E.A. è il nome di un Master organizzato e gestito dalla Scuola Enrico Mattei e fortemente voluto da Eni. Fatalità.
La compagnia
Terry Paternoster nasce nel 1979 a Milano. Dopo il Diploma d’Arte Drammatica, si laurea in Arti e Scienze dello Spettacolo – Teatro e Arti Performative alla Sapienza di Roma. Qui inizia la sua carriera professionale, lavorando con registi italiani e stranieri. Come attrice-autrice-regista riceve numerosi riconoscimenti, fra gli ultimi: Napoli Fringe Festival 2013; Premio Radio RAI Microfono di Cristallo; Chiave d’Argento Imola per il Teatro; Premio In Breve Teatro Puccini di Firenze. È fondatrice e direttore artistico del Collettivo InternoEnki, Associazione di Promozione Sociale per la Ricerca in residenza presso il Centro Sociale Zona Rischio di Roma. Il Collettivo è composto da ragazzi e ragazze provenienti da varie regioni italiane (Lombardia, Friuli, Campania, Lazio, Umbria, Puglia, Abruzzo, Sardegna) che lavorano coraggiosamente e incessantemente alla costituzione di un Teatro INCIVILE. Un teatro dissacrante e politico quello che promuovono, capace di coniugare impegno civile e ricerca, alla riscoperta di un linguaggio in grado di comunicare l’oggi e di trasformare la scena in uno strumento d’arte e controinformazione.
Rassegna stampa
"http://teatro.persinsala.it/", 14 luglio 2014
di Carolina Ciccarelli
Su un palco vuoto, prende forma la storia di un'anima straziata, la cui storia tiene aggrappata all’amata e amara terra, pronta a sacrificarsi per il fantasma del benessere. […]
"rumorscena.com", 29 maggio 2014
di Tommaso Chimenti
"radiophonica.com", 29 maggio 2014
di Sabrina Fasanella
"la Repubblica", 20 aprile 2014
di Anna Bandettini
"Non solo cinema", 18 marzo 2014
di Enrico Silvano
"scenecontemporanee.it"
di Marcella Santomassino
"Il Giornale di Vicenza"
di Lorenzo Parolin
"Messaggero Veneto"
di Mario Brandolin
Lunghi e meritati gli applausi del pubblico […]
"bolognateatro.it"
di Elisabetta Severino
"il manifesto", 8 marzo 2014
di Tommaso Di Francesco
Sgomenta che questo modo necessario di fare teatro, che resoconta la realtà profonda e coinvolge […] sia troppo poco conosciuto nell'epoca degli stereotipi da "grande bellezza".
"teatroecritica.net", 28 febbraio 2014
di Viviana Raciti
"Corriere dell'Umbria"
di Sandro Allegrini
"altrevelocita.it", 13 gennaio 2014
di Lorenzo Donati
“iltamburodikattrin.com”, 9 gennaio 2014
di Elena Conti
"paneacquaculture.net", 17 dicembre 2013
di Vincenzo Sardelli
“rumorscena.com”, 13 dicembre 2013
“rumorscena.com”, 13 dicembre 2013
“doppiozero.com”, 12 dicembre 2013
di Maddalena Giovannelli
“teatroecritica.net”, 11 dicembre 2013
di Simone Nebbia
“fattiditeatro.wordpress.com”,9 dicembre 2013
di FrancescaR Lino
"klpteatro.it"
di Erika Seghetti
tanti. Come non pensare a quella "terra dimenticata da Dio” evocata da Levi? […]
"La Repubblica"
di Rossella Porcheddu
"dramma.it"
di Maria Dolores Pesce
"teatroecritica.net"
di Lucia Medri
"dazebaonews.it"
di Rita Ricci
"saltinaria.it"
di Enrico Vulpiani
I sette deliri ed i ventuno movimenti in cui è suddiviso lo spettacolo scandiscono l’inesorabile susseguirsi di un infausto percorso che può e deve sfuggire alla teoria del piano inclinato. La coreografia ci restituisce nove maschere ruggenti e
sbigottite, un'unica, potente forza umana che fa tremare i polsi e lascia intuire, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che insieme si resiste e si vince.
"teatro.persinsala.it", 28 luglio 2013
di Daniele Rizzo