Premio Scenario 2005 - 10a edizione | Progetto finalista
FESTIVAL SANTARCANGELO DEI TEATRI, 24, 25, 26 GIUGNO 2005
sabato 25 Giugno , ore 17:30 | Il Lavatoio
La casa d’argilla
di Lisa Ferlazzo Natoli
con Monica Angrisani, Valentina Curatoli, Tania Garribba, Alice Palazzi, Paola Tintinelli
luci Luigi Biondi
regia Lisa Ferlazzo Natoli
Lisa Ferlazzo Natoli
via S. Martino ai Monti, 60
00184 Roma
cell. 339 8437765
lisafe@tiscali.it
Quanto più allontano il mio cuore dalla casa d’argilla
in queste notti spazzate dal vento e dalla luna, tanto più sono…felice
Emily Bronte
La casa d’argilla è il nome dato a un luogo cui si ritorna.
Argilla, roccia sedimentaria formatasi dal fango, roccia bianca, assieme terra e sgretolamento.
Casa, luogo parentale e primordiale, che serba tra le mura rumori e memorie, sgocciolii d’acqua e fantasmi.
Qui cinque donne spiano una morte; l’ora quella in cui il giorno si incrina, lo spazio circoscritto in una sala da pranzo. Un tavolo annerito, lungo e stretto, apparecchiato per una cena frugale e intorno sei sedie, una vuota. Quattro di loro sono appena tornate, l’ultima le accoglie e forse le ha chiamate. Perché? Per assistere la madre morente? O per ricordarla? Ma è davvero la madre in quella camera chiusa? È lei che sta morendo? È il tempo di una notte, quello della veglia, che si chiude sull’alba e dà inizio al rito funebre.
Piegate intorno a un tavolo e a un patto, queste donne consumeranno assieme al pasto le loro storie, liberando desideri e rancori, giochi d’infanzia e ossessioni. Per ingannare l’attesa, come se qualcosa dovesse ancora accadere. Famiglia riunita d’improvviso, stretta intorno a una morte che le veglia, a un corpo che ha un odore e un rumore, resiste chiama e spinge, perché i morti non continuino a morire.
Sembra esserci un’intimità meravigliosa e terribile con i propri spettri, un laccio stretto tra ciò che si è perduto e dissipato e quel che resta e risale, strappa una voce e si racconta. Fino al levarsi del giorno, quando tutto si acquieta ed è il tempo bianco della vestizione.
I “testi” de La casa d’argilla sono romanzi e racconti, film, quadri, musiche e canzoni – in particolare: Bergman, Von Trier, Munch, Hammershoi, Pessoa, Joyce, Bronte, Valduga, Rilke, Duras, McDonald, Reinhardt, Sexteto Mayor. Materiali di viaggio sensibili per loro natura a quella che è una piccola conta dei defunti, su cui costruire un gioco delle rimembranze, una scrittura privata sul corpo di ogni attrice, fatta di nomi propri e biografie, di improvvisazioni e assonanze, ed esplorare il linguaggio di quel corpo-coro parentale costretto intorno a un tavolo.
Saper cantare i morti, chiamarli a raccolta, in un calendario di abbandoni precoci che ancora abitano i gesti e le risa come “voci di dentro”.
Veglia come festa, tempo di mezzo, soglia, educazione al morire nel cuore della vita, passo d’oblio e orrore, cura e memoria.
Il gruppo
Le persone che danno vita a questo progetto si sono ritrovate già unite da un percorso comune, soprattutto annodato intorno alla compagnia Libera Mente, per poi scegliersi di nuovo durante il laboratorio su La casa d’argilla, con il desiderio comune d’indagare una scrittura scenica collettiva intorno al tema della morte e del femminile. La volontà di mettere a frutto un modo di far teatro che era a tutti familiare, e quella di lavorare su una drammaturgia originale hanno fatto il resto. Questo gruppo nasce in continuità rispetto al nucleo di Tre Sorelle, gettando un ponte ad altri attori, perché ci si possa ritrovare sulla base di un’aderenza singolare rispetto a ogni spettacolo, e non esclusivamente per prodursi in un repertorio. In ogni lavoro ognuno sarà chiamato a fare ciò che gli è necessario, e ci piace pensare che si possa così creare una stanza salda e aperta, da cui sia felice l’andare e il venire.
Monica Angrisani
Dal 1992 lavora stabilmente con la compagnia Libera Mente di Napoli. Ha preso parte a numerosi laboratori con, tra gli altri, Gabriele Vacis, Raffaele Di Florio, Marco Baliani, Mariangela Gualtieri, Raffaella Giordano, Andrea De Rosa, Bruce Meyers. Ha lavorato in spettacoli di Davide Iodice, Leo de Berardinis, Alfonso Santagata, Mauro Maggioni, Emma Dante.
Valentina Curatoli
Dal 1995 al 1998 frequenta a Napoli il laboratorio teatrale Bardafè, diretto da Umberto Serra. Dal 1997 al 1999 lavora con Pierpaolo Sepe. Nel 2001 frequenta il corso superiore per attori Zampanò, diretto da Silvio Castiglioni, lavorando, tra gli altri, con Alfonso Santagata, Davide Iodice, Domenico Castaldo, Roysten Abel. Dal 1996 fa parte di un gruppo di lavoro diretto da Vincenza Modica. Dal 1999 collabora con la compagnia I Teatrini.
Tania Garribba
Dal 1995 lavora stabilmente con la compagnia Libera Mente di Napoli, partecipando sia alla produzione degli spettacoli sia alle attività pedagogiche. Dal 1999 lavora anche con la compagnia Sud Costa Occidentale nello spettacolo mPalermu.
Alice Palazzi
Dal 1995 al 1998 frequenta la Scuola teatrica della discesa della Socìetas Raffaello Sanzio. Nel 2001 partecipa al corso superiore per attori Zampanò. Ha partecipato a seminari di Mamadou Dioume, Danio Manfredini, Yves Lebreton, Abbondanza-Bertoni, Raffaele Di Florio-Antonello Cossia-Riccardo Veno. Dal 2004 lavora con Lisa Ferlazzo Natoli nelle Tre Sorelle, da Anton Cechov, attualmente in scena.
Paola Tintinelli
Frequenta l’Accademia di Brera, si diploma nel 1991. Partecipa, tra gli altri, a laboratori di Pippo Delbono, Pierre Biland, Danio Manfredini, Claudio Morganti, Abbondanza-Bertoni. Realizza con Davide Iodice I Giganti della Montagna, per la Biennale Teatro, nel ruolo della Sgricia, e Dammi almeno un raggio di sole, prodotto dal Festival di Santarcangelo. Lavora come clown nel circo della famiglia Minetti. Attualmente interpreta gli spettacoli La Zecca e Mac&Beth, di cui è coautrice con Alberto Astori, e La Bellezza, di Davide Iodice.
Luigi Biondi
Si laurea in letteratura araba. Partecipa a seminari condotti da Leo de Berardinis, Alfonso Santagata e Laura Curino. Dal 1992 collabora con la compagnia Libera Mente. Con Davide Iodice lavora, tra gli altri, negli spettacoli Io muoio Orazio, Io non mi ricordo niente, I Giganti della Montagna, Dammi almeno un raggio di sole e La Bellezza. Lavora con Alessandra Cutolo all’interno del carcere di Lauro come operatore teatrale. Collabora con i Motus in Splendid’s come attore e come tecnico luci. Disegna le luci per Tre Sorelle di Lisa Ferlazzo Natoli.
Lisa Ferlazzo Natoli
Frequenta il Merce Cunningham Studio di New York, la Royal Academy of Dramatic Arts e la Scuola di perfezionamento diretta da Luca Ronconi. Dall’89 lavora con il TeatroSpaziozero e con Lisi Natoli, con cui realizza, tra gli altri, gli spettacoli A Sergej Esenin, Cime tempestose e Il canto d’amore e di morte dell’alfiere Cristoph Rilke. Nel 1996 entra nella compagnia di Leo de Berardinis partecipando, fra gli altri, allo spettacolo Come una rivista (1999). Nel 1998 è selezionata per il laboratorio-spettacolo su La figlia di Iorio diretto da Carmelo Bene. Nel 2003 partecipa al Progetto Petrolio di Mario Martone collaborando allo spettacolo Qualcosa di scritto accanto a Fabrizio Parenti. Lavora con Davide Iodice in Dammi almeno un raggio di sole e ne La Bellezza. Nel 2004 cura la regia di Tre Sorelle da Anton Cechov, attualmente in scena. Per Ad Alta Voce di RadioTre interpreta I Vicerè di De Roberto e Papà Goriot di Balzac.